Regia di: Gianfranco Boretti
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
Caterina e Luciana decidono di dare una lezione a Osvaldo a causa della sua pretesa di essere considerato ancora (semmai lo sia stato in passato) l’idolo delle donne del quartiere.
A dare loro man forte si aggiungono Ettore, infastidito dalle attenzioni che l’anziano play boy riserva a sua figlia Marinella, e l’americana Victoria, pure infastidita da Osvaldo.
Mentre i quattro architettano un piano per mettere nei guai il play boy, si diffonde la notizia della sparizione di Marinella. Caterina non ha dubbi: la ragazza è stata rapita da Osvaldo che la tiene nascosta in un luogo segreto per approfittare di lei.
Regia di: Gianfranco Boretti
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
Antonio è un facoltoso commerciante di formaggi che nel corso di un viaggio di lavoro negli Stati Uniti incontra Nelly, una cantante di musical, se ne innamora e la porta come sposa a Reggio Emilia, dove vivono nello stesso stabile della sorella Giovanna, una vedova che intrattiene una relazione affettiva con Palmiro.
Antonio soffre di crisi di gelosia e Giovanna pensa di aiutare Nelly a dare una lezione al marito perché le risolva. Le due donne mettono in piedi un finto appuntamento galante per indurre Antonio a credere che la moglie gli sia infedele per poi costringerlo a vergognarsene.
Non si accorgono però che la loro mossa è sorvegliata da Mara, una pittrice afflitta da uno scarsissimo successo alla quale Giovanna ha affittato una parte del suo appartamento, che medita di irretire Antonio profittando della gelosia che insidia il suo rapporto con Nelly.
Anche Antonio decide di intervenire nella messinscena della moglie complicandone ulteriormente l’esito e coinvolgendo anche l’amico Leo. Toccherà poi a Giovanna il compito di ricondurre tutto alla normalità.
Il ricordo del grande drammaturgo francese Georges Feydeau, del quale la nostra compagnia ha messo in scena ben tre lavori, ha guidato l’autore nel congegnare gli equivoci e i travestimenti che vanno a turbare la tranquilla quotidianità dei personaggi.
Regia di: Gianfranco Boretti
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
La vicenda prende avvio dalla decisione di abbandonare la moglie Albina, che Berto Bacajani prende dopo aver frequentato Libera Bella, a sua volta divorziata da Onorio.
La situazione è resa assai critica dal fatto che la casa nella quale vive la famiglia Bacajâni appartiene a Berto ma ospita anche il figlio Ernesto nonché Celestina, la sorella nubile di Albina, lo zio Ettore, colpito da ictus e incapace di parlare e Ofelia, figlia di una sorella di Albina.
Berto pretende di estromettere tutti dalla sua casa per godersela con Libera Bella ma Albina si oppone con tutte le forze e mette in atto strategie di ogni tipo per mantenerne l’uso.
In casa Bacajani si svolgono continui duelli tra i due ex coniugi mentre Luchino, un vicino innamorato di Albina, cerca di concupirla con doni da lei non molto apprezzati.
Finalmente Albina riesce a mettere a segno un colpo durissimo, dal quale difficilmente Berto sembra riprendersi ma, alla fine, si arriva ad una soluzione inaspettata.
Regia di: Gianfranco Boretti
Fotografia di: Giorgio Soncini
interventi musicali di : Claudio Lacava e Roberto Spezzani
Cinque episodi di Gianfranco Boretti
Resiste ancora lo "spirito reggiano" o è perito sotto i colpi della modernità?
Questi cinque episodi ci mostrano come, sotto la crosta di una prorompente vita moderna, qualcosa del carattere della nostra gente ancora permane, vigile, e si esprime col calore e l'immediatezza di quel dialetto che i tempi moderni cercano di farci abbandonare.
Episodi che raccontano la modernità di oggi con temi di grande attualità come i rapporti di coppia e la sessualità, l'uso sfrenato degli smartphone, i cibi biologici e naturali, i contrasti con i figli, i furti e rapine agli anziani.
Regia di: Gianfranco Boretti
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
Fotografia di: Giorgio Soncini
Bruna e Lisetta sono due attempate sorelle che vivono nella stessa casa assieme a Fabrizio, figlio di Lisetta, e a Simona, una nipote rimasta orfana nell’infanzia.
I rapporti fra le due sorelle sono sempre tesi e la deflagrazione del conflitto è ogni giorno imminente…
Fabrizio è affetto da Disturbo Dissociativo dell’Identità e passa frequentemente dalla forte personalità di John Wayne, eroe dei western, a quella dimessa di Fabrizio che della sua cinematografica seconda personalità non vuol neppure sentir parlare.
La sua nascita è il frutto della storia d’amore fra Lisetta e Jonathan, un musicista americano di passaggio del quale anche Bruna pretende essere stata fidanzata.
Questa vecchia storia d’amore e gelosia si trascina da anni nella vita delle due sorelle e provoca litigi frequenti che troveranno la loro sorprendente soluzione dopo l’inaspettata ricomparsa del mitico Jonathan.
Assai liberamente tratto da “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti
nonchè da “Ser Marcantonio” Di Angelo Anelli
Regia di: Gianfranco Boretti
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
Fotografia di: Giorgio Soncini
La vicenda del vecchio possidente che decide di diseredare il nipote e di sposarsi con una giovane donna nasce con il “Ser Marcantonio” di Angelo Anelli, messo in scena a Parigi nel 1808 da Stefano Pavesi.
Sempre a Parigi, nello stesso “Theâtre Italien”, nel 1843, Gaetano Donizetti e Giovanni Ruffini si rifanno alla stessa vicenda congegnando il più famoso “Don Pasquale”, tutt’ora ben presente nella programmazione dei più importanti teatri lirici di tutto il mondo.
Il nostro Pasqualoun, imprenditore di successo, è coinvolto in una vicenda del tutto simile che si svolge nella sua vigna. Ha avuto successo con i suoi prodotti e pensa di suggellarlo entrando nella competizione elettorale cittadina.
Non essendo sposato vorrebbe presentare il nipote Ernesto accanto a sè ma li divide una insormontabile barriera ideologica e fra i due il dissidio diviene insanabile. Il nipote decide di abbandonare zio e azienda mentre Pasqualoun, indispettito, medita di procurarsi la propria first lady per presentarsi alle elezioni in puro stile americano.
Questa incauta decisione lo fa cadere nella trappola preparata da Sandro, grande amico di Ernesto, che gli magnifica le doti di modestia e moralità della presunta sorella Sofronia. In realtà Sofronia altri non è che Norina, la fidanzata di Ernesto, che ben volentieri si presta all’inganno all’insaputa dello stesso Ernesto.
Il “matrimonio” viene celebrato all’americana, nella vigna, dal potatore Nuccio, abilmente travestito da sacerdote, e subito dopo aver pronunciato il fatidico “sì”, Pasqualoun scopre che la sua mogliettina, che gli era stata presentata da Sandro nelle vesti di una santarellina timorata di Dio, è di ben altro pelo...
Regia di: Gianfranco Boretti
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
Scenografie di: RicciCasa -Ciano d'Enza
Afro, Giovanni e Tonio, irriducibili rivali in amore, si contendono la mano di Euridice, una non più giovane futura ereditiera il cui padre, attualmente in coma irreversibile, possiede un’autentica fortuna.
Euridice sembra accettare la corte di tutti e tre i suoi “disinteressati” spasimanti e ne approfitta per farsi vezzeggiare sotto gli occhi della burbera Svetlana, la badante nonchè infermiera del padre.
La casa di Euridice, notoriamente benestante, viene presa di mira da Poldo, un ladro dalla parlantina sciolta che viene sorpreso mentre fruga tra i gioielli di casa ma riesce a cavarsela abilmente riuscendo addirittura a fare breccia nel cuore di Euridice.
I tre abituali spasimanti si rendono conto della situazione a loro sfavorevole e decidono di entrare in azione. La battaglia, il cui esito sarà dovuto ad una svolta imprevista, si svolge tra una visita e l’altra di Aida, la vicina di casa che ama trascorrere il suo tempo chiacchierando con i condomini e trascurando il marito Nino, costretto a rincorrerla da una famiglia all’altra.
Liberamente tratto da: " Dormez, je le veux " di Georges Feydeau
Adattamento e regia di: Gianfranco Boretti
Scenografie di: Daniela Badesso
da un’idea di: Carlo Calzolari
Completiamo la nostra trilogia di traduzioni e adattamenti delle opere di Georges Feydeau con questo atto unico, poco noto e insolito nell’ambito della produzione di questo autore.
Abbandonati i complessi intrecci delle tresche adulterine che turbano l’ordine della famiglia, questa volta l’autore si occupa dei rapporti tra padroni e servitori in un mondo, quello a cavallo tra il XIX° e il XX° secolo, nel quale la presenza della servitù nelle case borghesi era la norma.
Agostino, servitore del benestante Gerardo, ha scoperto di essere in grado di esercitare il potere dell’ipnosi e ne approfitta per costringere il suo padrone a svolgere gli umili e faticosi compiti che competerebbero a lui.
Il suo insolito menage, però, viene turbato dall’arrivo del dottor Valenti e della figlia Emiliana, futura sposa di Gerardo.
Il servitore non gradisce questa svolta della vita del suo padrone e usa i suoi poteri per cercare di impedirne il matrimonio ma trova nel dottor Valenti un potente avversario...
Regia di: Gianfranco Boretti
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
La vicenda si svolge nell'ambito della ditta di costruzioni “Casatua” il cui presidente e amministratore unico, il cav. Elpidio Tondelli, decide di ritirarsi per la meritata pensione, non prima però di aver designato il suo successore.
Il ragionier Strozzi e il geometra Iotti danno vita ad una lotta senza esclusione di colpi per l'agognata successione coinvolgendo l'intera azienda.
L'astuta Olga, donna delle pulizie, coadiuvata dall'ingenua Cesarina, mette in atto un ingegnoso piano per far trionfare il suo campione, il geometra Iotti, ma non si rende conto di aver messo in moto un raggiro che minaccia di travolgere l'intera azienda...
vedi foto relative
Regia di: Gianfranco Boretti
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
Scenografie di: Anna Serri
Liberamente tratto da: " Tailleur pour dame " di Georges Feydeau
Adattamento e regia di: Gianfranco Boretti
Scenografie di: Anna Serri
Il Dott. Molinari si è sposato da appena sei mesi ma è già invischiato in una tresca amorosa con una paziente e affitta un appartamento del suo vecchio amico Bassoli per poterla incontrare indisturbato.
L'appartamento era occupato da una sarta che vi ha lasciato la sua attrezzatura e il Dott. Molinari sarà costretto, suo malgrado, ad improvvisarsi esperto di un mestiere che non conosce affatto…
Gli equivoci spassosi di Feydeau accompagnano lo spettatore fino alla fine della commedia e si risolvono solamente nell'ultima scena.
Regia di: Gianfranco
Boretti
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
Guglielmo Cusi
Testo della canzone
"La roda dal cajoun" di: Guglielmo Cusi
Musica originale di: Uberto Pieroni
Scenografie di: Anna Serri
Quella di Beppe Barigazzi è famiglia che non naviga nell’oro ma i cui membri si lasciano andare volentieri alle seduzioni di un mondo che privilegia le spese superflue.
Quella degli Iemmi, vecchi amici dei Barigazzi, è invece una famiglia parsimoniosa, capitanata da un Luciano guardingo su ogni spesa e refrattario alle costose innovazioni della vita contemporanea.
La famiglia Barigazzi naviga a vista tra gli scogli dei dissesti causati dal figlio Roberto e degli imbrogli subiti dall’ingenua zia Bianca, mentre i metodici Iemmi, fattisi investitori finanziari, si preparano ad una spettacolare scalata sociale.
Nel teatro della vita però nulla è come sembra, e spesso le vicende prendono una piega imprevista che costringe i protagonisti a vedere il mondo sotto una luce diversa.
Recensione
Sceneggiatura e regia di : Gianfranco
Boretti
Musiche originali di: Uberto Pieroni
Orchestra: Pianoforte, Contrabbasso, Banjo
Coro: mezzo soprano, soprano, tenore, basso
Coreografie di: Laura Giorgi
Scenografie di: Anna Serri
La serenità che regna nel ricovero di Puianello è minacciata dalla decisione presa dalla dirigenza dell'U.S.L. di chiudere la struttura a causa dei costi eccessivi che comporta la cura degli ospiti non autosufficienti.
La prospettiva di essere trasferiti altrove infiamma gli attempati protagonisti che decidono di dimostrare la loro valentia fisica organizzando addirittura un balletto.
La stella della rappresentazione sarà Angelina, una possidente che ha deciso di vivere nell'ospizio in compagnia degli altri anziani nonostante la sua ben nota ricchezza.
Angelina ama Biagio, un arzillo anziano che ha trascorso gran parte della sua vita lavorativa in Australia, e i due decidono di sposarsi, ma non si rendono conto che i nipoti di Angelina, timorosi di perdere la loro agognata eredità, tramano contro di loro.
La trappola ordita dall'infermiere - faccendiere Giulio, assoldato dai nipoti, rischierà di mettere in crisi sia l'amore di Biagio ed Angelina che la riuscita del balletto...
galleria di immagini
Sceneggiatura e regia di: Gianfranco Boretti
Scenografie di: Anna Serri
La famiglia Tagliabue vive in uno stato di attesa per la scomparsa di Aldo, il capofamiglia, che non è più rientrato dopo essersi recato ad un appuntamento di affari.
La moglie Renata , il figlio Giovanni e la figlia Federica vivono assieme all’infermo Osvaldo, gemello di Aldo, ad Osvaldina, sorella maggiore dei due gemelli, e Vanda, sorella di Renata, affetta da un quotidiano rapporto di conflittualità con Armelinda, la domestica di casa Tagliabue.
Renata vive nell’ammirazione per il figlio Giovanni, laureando in medicina, per il quale già immagina un avvenire di successo quale chirurgo plastico.
Federica, invece, soffre del ruolo che le è stato imposto di impiegata nella fabbrica della famiglia che la costringe a sacrificare il suo interesse per la poesia.
Cesare, un ambiguo mediatore che sostiene di conoscere bene Aldo, riesce a convincere Renata che il marito sia fuggito in Brasile con la sua amante e che possa riuscire ben presto a trasferire laggiù le somme cospicue giacenti in banca, che nessun altro della famiglia può riscuotere.
Il mediatore le propone di mandare il suo complice Ivano in Brasile col compito di procurarsi un cadavere e di attribuirgli l’identità di Aldo e poi di redigere un falso testamento per mettere al sicuro i beni di famiglia.
Niente è però come appare a prima vista: Cesare dovrà vedersela col più astuto Ivano e Renata sarà costretta a scoprire delle scomode verità riguardanti il suo amato Giovanni....
Liberamente tratto da : "Le allegre comari di Windsor" di W. Shakespeare
Adattamento e regia di: Gianfranco Boretti
I testi in siciliano sono di: Gaetano Parisi
Scenografie di: Anna Serri
Zvân Falsoun è un attempato frequentatore del bar “Sport”, nella saletta del quale ha eletto la sua residenza.
Un tempo era un “raffinato viveur” che si dilettava di poesia e frequentava con successo numerose rappresentanti del gentil sesso ma ora il suo ventre prominente e il suo aspetto deteriorato ne fanno un Don Giovanni alquanto improbabile.
Nonostante il suo aspetto e la sua età ormai non più verde, Zvân crede di poter mettere a segno una doppia conquista insidiando sia l’attempata Ghita Spaggiari che la più giovane Alice Guazza a ciascuna delle quali scrive la stessa appassionata lettera d’amore.
Poi chiede a Pistola e Bergnocla, suoi compari di sbornie, di essere i latori delle lettere ma i due si rifiutano categoricamente suscitando la sua ira.
Pistola e Bergnocla decidono di avvertire i mariti di Alice e Ghita delle intenzioni di Zvân mentre Ghita ed Alice ricevono le lettere dalle mani di Leandro, il gestore del bar sport.
Le due donne le leggono e le confrontano scoprendo che si tratta di due copie dello stesso testo:
infuriate, decidono di giocare un brutto tiro al vecchio satiro con la complicita di Zvelteina, una zitella dall’ingegno limitato ma piena di buona volontà.
Mentre organizza il piano delle donne ai danni di Zvân, l’astuta Ghita cerca di convincere la figlia Annina ad accettare la corte del Dott. Caiumi e a dimenticare Cristian, uno squattrinato chitarrista del quale la ragazza è innamorata.
Alice e Ghita consumano la loro vendetta con la collaborazione di Zvelteina e degli avventori del bar sport ma il vecchio Don Giovanni non sarà il solo ad essere beffato...
Liberamente tratto da: " L'Hotel du libre échange " di Georges Feydeau
Adattamento e regia di: Gianfranco Boretti
I testi in veneto sono di: Marco Garzotti
Scenografie di: Anna Serri
Gino Pinetti, costruttore edile nonché marito di Angelica, si invaghisce di Marcellina, la giovane sposa del suo amico, il geometra Ottavio Pagliarini.
Approfittando dell’ennesimo litigio fra i due, per giunta suoi vicini di casa, Gino riesce a convincere Marcellina a passare una serata con lui all’Hotel Royal, dove saranno costretti a subire una serie imbarazzante di incontri e disavventure che li porteranno ad un passo dal disastro...
galleria di immagini
Liberamente tratto da: " L'ha fatto una signora " di Maria Ermolli De Flaviis
Adattamento di: Gianfran Boretti e Gaetano Parisi
Scenografie di: Sonia Sigurtà e Claudio Ghinoi
Regia di: Gaetano Parisi
Luca Sardelli è un autista di piazza che un giorno ritorna dal lavoro con un neonato che una signora ha lasciato sul suo taxi.
La moglie Bianca non crede che si tratti di un ritrovamento fortuito ma che il bambino sia il frutto di una relazione extraconiugale del marito.
Luca vorrebbe tenere il bambino ma la moglie è di tutt'altro avviso.
Le schermaglie tra i due coniugi raggiungono il culmine quando Luca accusa la moglie di avergli sottratto la ricevuta di una forte vincita al lotto.
Luca minaccia addirittura di uccidere la moglie, trattenuto dalla figlia Elisa e dal fido amico e collega Alfredo, quando la vicenda si risolve in modo paradossale.
Tratto da: "U tistamentu di lu ziu canonicu"
di Antonio Russo Giusti
Adattamento e traduzione di: Gianfranco Boretti
Gaetano Parisi
Scenografie di: Sonia Sigurtà
Claudio Ghinoi
Regia di: Gaetano Parisi (ediz. 2002)
Gianfranco Boretti (remake 2012)
Antonio Cavazzoni, detto Tugnîn, vive ore di trepidazione in attesa dell’apertura del testamento dello zio canonico, del quale era notoriamente il nipote preferito.
Convince se stesso, la moglie Seinsa e la figlia Ghiteina che entro poche ore entreranno in possesso di una cospicua eredità.
Degli altri due potenziali eredi, Madleina e Mario, solo la prima è interessata all’eredità perché Mario è innamorato di sua cugina Ghiteina, che lo ricambia di uguale affetto contro il parere della madre che vagheggia per lei un matrimonio prestigioso.
Al momento della lettura del testamento, nello studio del notaio, Tugnîn scopre, con indicibile disappunto, che lo zio, pur avendolo nominato erede universale, non gli ha lasciato nessun bene.
Tugnîn maledice il canonico, che aveva benedetto il giorno precedente, e toglie ogni segno di lutto.
L’arrivo del Vicario Lucenti, grande amico dello zio, imprime però alla vicenda un andamento più consono alle speranze di Tugnîn.
vedi foto
Sceneggiatura di: Gianfranco Boretti
Scenografie di: Sonia Sigurtà e Claudio Ghinoi
Regia di: Gaetano Parisi (edizione 2001)
Gianfranco Boretti (remake 2013)
Rosina è un'anziana signora che giace in coma profondo da circa trenta anni, a causa di un incidente occorsole durante la vendemmia del lontano 1954.
Il marito Olindo, motoaratore appassionato di cappelletti e cannelloni, è convinto dai medici dell'impossibilità dell'uscita della moglie dal coma e diviene convivente di Elena, vedova originaria di Prato, mentre Giulia, sorella di Rosina, rimasta inspiegabilmente della stessa statura che aveva al momento dell’incidente occorso alla sorella, la accudisce come una vera infermiera.
Elena si accasa con Olindo nella convinzione di divenirne la moglie non appena Rosina si decidesse a passare a miglior vita, ma la vicenda prende una piega inaspettata a causa del risveglio della Nôna dovuto ad una maldestra azione calcistica casalinga di Filippo, figlio di Elena, e si conclude nella caserma dei carabinieri alla presenza di uno stralunato Brigadiere che si dimostra comprensivo e generoso.